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venerdì 25 giugno 2010

Una bella serata.

Di sentirmi ispirata dagli eventi della vita non mi capitava da qualche tempo.
Confesso che iniziavo ad avere paura di non essere più in grado di fissare le mie emozioni sulla carta, ma grazie a questa serata posso archiviare questo periodo di silenzio e mettergli sopra un'etichetta con tanto di scritta a pennarello rosso. Bollerò questi mesi come quelli del ritorno, perchè c'è sempre un punto in cui si deve tornare a vedere, una finestra da cui affacciarsi, un precipizio che hai già visitato e che ha ancora qualcosa da dirti, prima di lasciarti camminare definitivamente verso quello che stai cercando.
Parlo di me come se fossi un fossile. In realtà sono solo all'inizio.
E' così che mi sono sentita, quando stasera le altre donne con cui ho condiviso il palco ad una ad una prendevano posto e cantavano la loro canzone. Ho avuto la netta sensazione che il tempo sia una specie di illusione, e che tante volte sono proprio io ad avere paura che passi.
Lui non ha nessuna fretta, se non quella che gli metto io stessa.

Mentre finivamo di truccarci e di pettinarci, ho chiesto alle mie colleghe più anziane se, ad un certo punto della carriera, sparisca mai quella sensazione di gola secca che si ha poco prima di cantare.
Mi aspettavo un sì. Ovviamente tutte mi hanno risposto che no, non passa mai. Se sei in grado di governare le tue emozioni sei vincente, ma quella sensazione lì, corporea e fastidiosa, non ti abbandona mai, come se facesse parte del gioco. Sono tornata in me con le pive nel sacco, ho abbassato la testa e ho proseguito sul sentiero delle incertezze. E' l'insegnamento più grade che ho ricevuto in questi giorni di concerti. Se provo a divertirmi, senza pensare al domani, ho più stima di me. A me sembra assurdo che, per esempio, studiare tanti anni abbia un senso solo quando riesci a dimenticare la tecnica. I vecchi saggi dicono tutti di imparare le regole e poi di dimenticarsele, se si vuole giocare davvero bene. Cosa devo fare? Arrendermi all'evidenza.
Un paio di scarpe comode, un sorriso sincero, e via verso la canzone.

Il tempo scandito dai minuti passa per tutti. Pochi respiri e sei già entrato nel dopo. Ma quello che non passa mai è l'amore per la vita. E assomiglia sempre di più ad un vestito comprato al mercato dell'usato. Non sai di chi era, e per molti ha poco valore soltanto perchè lo paghi poco, quando non si accorgono che il vero valore non lo aveva neanche quando costava tanto.
Perchè la materia è misurabile all'infinito, e da infinite parti, ma l'infinito dell'amore non ha prezzo.


Cosa sto ascoltando

  • Nuru Kane "Sigil"
  • Glen Hansard "Rythm and Repose"
  • Meanza/Milenkovic EP
  • Colore "Io la notte"

Cosa sto leggendo

  • Virginia Wolf "Una stanza tutta per se"
  • Daniel Pennac "Abbaiare stanca"
  • Thomas Mann "Cane e padrone/Disordine e dolore precoce/Mario e il mago"

Ultimi film visti

  • "Midnight in Paris" di Woody Allen
  • "Carnage"
  • "Ed Wood" di Tim Burton
  • "Amabili Resti"
  • "Il discorso del Re"
  • "Batman Begins"
  • "Shutter Island" di Martin Scorsese
  • "Australia"
  • "Il diavoll veste Prada"
  • "Toy Story 3"
  • "Man on Fire"
  • "Agora"
  • "Elizabeth"
  • "La prima cosa bella" di Paolo Virzì
  • "Il riccio"
  • "Profondo rosso" di Dario Argento
  • "Viola di mare"
  • "Febbre da cavallo"
  • "La ragazza che giocava con il fuoco"
  • "Le conseguenze dell'amore" di Paolo Sorrentino
  • "Momenti di gloria"
  • "Vincere"
  • "Appuntamento a Belleville"
  • "Angeli e Demoni"
  • "L'amore ha due facce"
  • "Pane e Tulipani"
  • "L'olio di Lorenzo"
  • "L'ultimo imperatore" di Bernardo Bertolucci
  • "Solaris" di Andrej Tarkovskij
  • "Wall-e" Disney Pixar
  • "The LIbertine"
  • "Il Decalogo" di Krzysztof Kieslowski
  • "La casa dalle finestre che ridono" di Pupi Avati