Un altro giorno è andato, senza sentire il tuo nome.
Lo so che certe cose ti fanno arrabbiare, ma ritrovarsi a dialogare con il silenzio non è cosa facile.
Sto imparando, non c’è che dire. Soltanto il cuore non vuole fare pace con la mente.
E sono sicura, la lotta sarà lunga.
Un altro giro di opportunità, disposte su ventiquattro ore, si è sciolto nel vento, ha fatto amicizia con la nebbia e ora affonda le sue radici nel mio inconscio.
Non so mangiare una mela dal centro, ho bisogno come tutti di sbucciarla in ogni suo lato e tagliarne almeno quattro spicchi.
Non si può fare luce senza aprire le serrande, non si può sentire senza alzare il volume. Non si può dimenticare, se non sai cosa dimenticare.
Mi eri dolce.
Non avrei mai pensato, non avrei mai creduto.
www.veronicamarchi.it
martedì 19 gennaio 2010
lunedì 11 gennaio 2010
Good Morning Life.
Con una doccia lavo via la notte.
L’acqua scorre via veloce sulla pelle,
non sento niente se non il calore accogliente del vapore sul mio corpo.
Un po’ di sapone liquido a lavare via le lacrime,
un po’ di crema profumata a restituirmi la primavera.
L’acqua scorre via veloce sulla pelle,
non sento niente se non il calore accogliente del vapore sul mio corpo.
Un po’ di sapone liquido a lavare via le lacrime,
un po’ di crema profumata a restituirmi la primavera.
domenica 3 gennaio 2010
La pazienza è tutto.
Tutto è condurre a termine e partorire.
Lasciare che ogni impressione ed ogni germe di un sentimento si compia tutto dentro nell’ombra, nell’indicibile e inconscio e in attingibile alla propria ragione, e con profonda umiltà e pazienza attendere l’ora della nascita di una nuova chiarezza: questo solo significa vivere da artista: nel comprendere come nel creare.
Qui non serve misurare con il tempo, a nulla vale un anno, e dieci anni non son nulla. Essere artisti significa: non calcolare o contare; maturare come l’albero, che non incalza i suoi succhi e fiducioso sta nelle tempeste di primavera, senza l’ansia che dopo possa non giungere l’estate. L’estate giunge. Ma giunge solo a chi è paziente e vive come se l’eternità gli stesse innanzi, così sereno e spensierato e vasto.
Lo imparo ogni giorno, lo imparo a prezzo di dolori ai quali sono grato: la pazienza è tutto!”
(Rilke - "Lettere ad un giovane poeta")
Lasciare che ogni impressione ed ogni germe di un sentimento si compia tutto dentro nell’ombra, nell’indicibile e inconscio e in attingibile alla propria ragione, e con profonda umiltà e pazienza attendere l’ora della nascita di una nuova chiarezza: questo solo significa vivere da artista: nel comprendere come nel creare.
Qui non serve misurare con il tempo, a nulla vale un anno, e dieci anni non son nulla. Essere artisti significa: non calcolare o contare; maturare come l’albero, che non incalza i suoi succhi e fiducioso sta nelle tempeste di primavera, senza l’ansia che dopo possa non giungere l’estate. L’estate giunge. Ma giunge solo a chi è paziente e vive come se l’eternità gli stesse innanzi, così sereno e spensierato e vasto.
Lo imparo ogni giorno, lo imparo a prezzo di dolori ai quali sono grato: la pazienza è tutto!”
(Rilke - "Lettere ad un giovane poeta")
venerdì 1 gennaio 2010
Gift.
Ho un regalo per te.
Quando te lo posso dare? E’ piccolissimo, mi vergogno anche un po’ a dartelo, ma questo è quanto di più mi potevo permettere, quest’anno.
Quest’anno sì, ho lavorato tanto, ma sai le paghe dei musicisti sono sempre deboli, e a stento ogni cachet mi basta per pagare le spese e far quadrare qualche altro acquisto utile. Niente di più, non posso nemmeno permettermi uno straccio di viaggio, o forse mi manca un po’ di spirito organizzativo. Non l’ ho ancora capito. A me sembra di risparmiare…o forse ho le mani bucate? Non so risponderti, proprio non saprei. Ad ogni modo eccolo qui, il tuo regalo. Sta in una mano, pesa un grammo o poco più. A me piace, mi piaceva quando stava lì solitario nello scaffale e adesso mi piace anche di più, incartato da me alla meno peggio, come sempre d’altronde. Non so fare nemmeno i pacchetti, pensa che oggi ho anche esordito in una insolita performance di decoupage. Che strazio, il risultato è un surrogato di bellezza, ho ricoperto un barattolo di latta con una pezza blu notte riciclata, piena di lustrini. Ho assemblato ricordo a ricordo. Quel che ne è uscito è orribile stilisticamente parlando, ma a me piace. Mi da soddisfazione, guardarlo. Mi ricorda che ci ho provato, che ho tentato. Mi ricorda il concetto di semplicità, così fondamentale.
In effetti questa è una giornata semplice. E’ incredibile come quanto una strada deserta della zona industriale di Verona mi possa far sentire potente e abbracciata dal mondo, quanto una diversa angolazione delle cose sia in grado di avvolgermi con dolcezza e farmi sentire al sicuro, nuova e pulita. Sono anni che il primo gennaio di ogni dannato anno mi sento così. Non riesco a fare diversamente, non credo che riuscirò mai a sedermi davanti alla tv, in un giorno così, a fare nulla. Non credo proprio. Mi sale dal ventre una voglia semplicissima e divorante di stare, stare con le persone, stare con la mia persona, stare dentro alle cose, partecipare e vivere, sentire e respirare. Infondo lo faccio ogni giorno. Oggi è diverso. Diverso da cosa e da quando non lo so…è bello forse perché istintivo e indefinito.
Ascolto musica dalle casse del pc. Sai che cosa ho fatto ieri sera? Ho messo un dvd di Jeff Buckley e me lo sono mangiato fino alla fine. Ho la sensazione di averlo già fatto, altre volte, lo stesso giorno. Il giorno del mio compleanno e Jeff sono due cose che insieme stanno proprio bene. Ogni immagine di quel documentario, ogni nota e ogni parola mi ha ispirata. Come faccio a sentirmi sempre nuova dentro cose che si ripetono? Mio dio, non so mai rispondere alle mie domande…risponderesti tu per me? Puoi?
Beh, eccolo qui. E’ un regalo piccolo, ma ci ho messo l’anima.
A me piacciono le cose piccole e preziose.
Questo regalo, a suo modo, lo è.
So che saprai apprezzare.
Quando te lo posso dare? E’ piccolissimo, mi vergogno anche un po’ a dartelo, ma questo è quanto di più mi potevo permettere, quest’anno.
Quest’anno sì, ho lavorato tanto, ma sai le paghe dei musicisti sono sempre deboli, e a stento ogni cachet mi basta per pagare le spese e far quadrare qualche altro acquisto utile. Niente di più, non posso nemmeno permettermi uno straccio di viaggio, o forse mi manca un po’ di spirito organizzativo. Non l’ ho ancora capito. A me sembra di risparmiare…o forse ho le mani bucate? Non so risponderti, proprio non saprei. Ad ogni modo eccolo qui, il tuo regalo. Sta in una mano, pesa un grammo o poco più. A me piace, mi piaceva quando stava lì solitario nello scaffale e adesso mi piace anche di più, incartato da me alla meno peggio, come sempre d’altronde. Non so fare nemmeno i pacchetti, pensa che oggi ho anche esordito in una insolita performance di decoupage. Che strazio, il risultato è un surrogato di bellezza, ho ricoperto un barattolo di latta con una pezza blu notte riciclata, piena di lustrini. Ho assemblato ricordo a ricordo. Quel che ne è uscito è orribile stilisticamente parlando, ma a me piace. Mi da soddisfazione, guardarlo. Mi ricorda che ci ho provato, che ho tentato. Mi ricorda il concetto di semplicità, così fondamentale.
In effetti questa è una giornata semplice. E’ incredibile come quanto una strada deserta della zona industriale di Verona mi possa far sentire potente e abbracciata dal mondo, quanto una diversa angolazione delle cose sia in grado di avvolgermi con dolcezza e farmi sentire al sicuro, nuova e pulita. Sono anni che il primo gennaio di ogni dannato anno mi sento così. Non riesco a fare diversamente, non credo che riuscirò mai a sedermi davanti alla tv, in un giorno così, a fare nulla. Non credo proprio. Mi sale dal ventre una voglia semplicissima e divorante di stare, stare con le persone, stare con la mia persona, stare dentro alle cose, partecipare e vivere, sentire e respirare. Infondo lo faccio ogni giorno. Oggi è diverso. Diverso da cosa e da quando non lo so…è bello forse perché istintivo e indefinito.
Ascolto musica dalle casse del pc. Sai che cosa ho fatto ieri sera? Ho messo un dvd di Jeff Buckley e me lo sono mangiato fino alla fine. Ho la sensazione di averlo già fatto, altre volte, lo stesso giorno. Il giorno del mio compleanno e Jeff sono due cose che insieme stanno proprio bene. Ogni immagine di quel documentario, ogni nota e ogni parola mi ha ispirata. Come faccio a sentirmi sempre nuova dentro cose che si ripetono? Mio dio, non so mai rispondere alle mie domande…risponderesti tu per me? Puoi?
Beh, eccolo qui. E’ un regalo piccolo, ma ci ho messo l’anima.
A me piacciono le cose piccole e preziose.
Questo regalo, a suo modo, lo è.
So che saprai apprezzare.
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