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mercoledì 18 novembre 2009

Solo che allora fumare per noi era proibito.

Non si capisce perché così tanta differenza, eppure c’è. Non si capisce perché in una via del centro si paghino 3 euro per una tazzina di the neanche tanto buono, e a 500metri di distanza, in una via leggermente meno trafficata, la stessa cosa (se non cento volte meglio) costi la metà.
Non si capisce perché tutto giri al rovescio, e se ne parla a cena, con gli amici, con i parenti, con le persone che si incontrano anche solo per qualche minuto.
E’ sempre, o quasi, un argomento di conversazione: il costo della vita,
la difficoltà di capire il perché di certi divari assurdi, la diffidenza nei confronti di un futuro possibile, le differenze tra persone così simili e così distanti. Non si capisce più niente, e vivere in questo momento storico mi mette addosso un enorme senso di impotenza, una sensazione che 15 anni fa pensavo che non avrei mai provato.

15 anni fa ero alle scuole medie, l’altra sera mi sono rituffata in quel periodo come un pesce d’acqua dolce. Cena, quella con i compagni di quell’epoca, in un ristorante di una via centralissima. Una sera qualsiasi di dicembre si è trasformata in una serata indimenticabile, fatta di piccole e grandi sorprese, sussulti e ricordi che ancora sono vivi sulla mia pelle, cose che pensavo di aver dimenticato e che invece respirano ancora con me, solo che non le vedevo più tanto nitide perché non c’era più nessuno a rinnovarmene il sapore.
Lo ammetto, ci sono andata con la giusta dose di diffidenza, la mia, quella solita che mi contraddistingue. La mia freddezza iniziale ha lasciato quasi subito il posto al piacere di ri-conoscere persone frequentate tanto tempo fa, quando ancora non capivo con la testa ma soltanto con i sensi, quando tutto poteva ancora essere e si sognava la vita ad ogni angolo, in ogni forma.
Eravamo in 12, ne mancavano 10 e sinceramente la cosa mi ha rattristato un po’, ho provato pena per quelle 10 persone che non hanno saputo vincere la mia stessa diffidenza, che non hanno provato a pensare che quella sera si sarebbero potuti trovare di fronte qualcuno di diverso da 15 anni fa, e che il tempo passa per tutti, e che non necessariamente le stesse persone che ti prendevano in giro a quel tempo oggi lo avrebbero fatto ancora.
Ma tant’è…non sono venuti e non sanno cosa si sono persi.
A 12 anni non ero certo una compagnona. Stavo sempre nel mio guscio, non socializzavo quasi mai, mi sono persa un sacco di cose belle per colpa del mio carattere chiuso e paranoico, perciò in realtà a quel tempo avevo stretto amicizia solo con la mia compagna di banco Valentina. Il resto della classe, per me, erano solo tanti piccoli cervelloni da evitare, secchioni figli di papà che non avrebbero mai avuto niente a cui spartire con me. E sì, mi prendevano in giro per quello che facevo, perché lo facevo con strafottenza, con quella punta di altezzosità che io usavo come difesa, il mio scudo personale contro l’attacco ormonale di una massa di adolescenti puzzolenti e bravi a scuola.
Non so spiegare quando sia stato l’istante in cui è successo, forse è stato entrando nel ristorante che ho sentito l’odore buono del perdono. Stavo perdonando me, in quel momento, quella “me” che non stimo e che non amo. E quel “loro” che adesso comprendo.
Non volevo più andare via, la serata si era fatta densa di novità, scoprire le loro vite di adesso mi faceva sorridere, mi rendeva curiosa minuto dopo minuto, ma comunque la serata prima o poi doveva avere un termine. Siamo rimasti in cinque, ricordo. Io, Valentina e altri tre ragazzi, uno che ora vive in Danimarca, uno che ha un’azienda tutta sua, un altro che laureatosi da poco sta studiando ancora per diventare avvocato.

La mente gelida e il cuore caldo, le vie del centro desolate e parlanti, i piedi congelati e i salti dell’anima. Tutto questo si è chiuso con il rumore sordo della portiera della mia macchina, ad Arbizzano, con il sapore di sigaretta addosso (l’ultima che Valentina si è fumata prima di salutarmi)…lo stesso sapore che aleggiava nei bagni della scuola media Dante Alighieri.
Solo che allora fumare per noi era proibito.

Cosa sto ascoltando

  • Nuru Kane "Sigil"
  • Glen Hansard "Rythm and Repose"
  • Meanza/Milenkovic EP
  • Colore "Io la notte"

Cosa sto leggendo

  • Virginia Wolf "Una stanza tutta per se"
  • Daniel Pennac "Abbaiare stanca"
  • Thomas Mann "Cane e padrone/Disordine e dolore precoce/Mario e il mago"

Ultimi film visti

  • "Midnight in Paris" di Woody Allen
  • "Carnage"
  • "Ed Wood" di Tim Burton
  • "Amabili Resti"
  • "Il discorso del Re"
  • "Batman Begins"
  • "Shutter Island" di Martin Scorsese
  • "Australia"
  • "Il diavoll veste Prada"
  • "Toy Story 3"
  • "Man on Fire"
  • "Agora"
  • "Elizabeth"
  • "La prima cosa bella" di Paolo Virzì
  • "Il riccio"
  • "Profondo rosso" di Dario Argento
  • "Viola di mare"
  • "Febbre da cavallo"
  • "La ragazza che giocava con il fuoco"
  • "Le conseguenze dell'amore" di Paolo Sorrentino
  • "Momenti di gloria"
  • "Vincere"
  • "Appuntamento a Belleville"
  • "Angeli e Demoni"
  • "L'amore ha due facce"
  • "Pane e Tulipani"
  • "L'olio di Lorenzo"
  • "L'ultimo imperatore" di Bernardo Bertolucci
  • "Solaris" di Andrej Tarkovskij
  • "Wall-e" Disney Pixar
  • "The LIbertine"
  • "Il Decalogo" di Krzysztof Kieslowski
  • "La casa dalle finestre che ridono" di Pupi Avati