Ma non ti domandi mai perché tutti decollano, e invece tu rimani a terra?
Se impiegassi almeno il 20% delle energie che spreco per realizzare me stessa, sarei già nell'olimpo dei vincenti.
Ma poi, vincente per chi? per me o per gli altri?
La domanda che mi faccio è enorme, e potrebbe avere centinaia di risposte.
Ci sono molti modi per fare successo, e uno di questi è sicuramente essere famosi.
Ma non è tutto, almeno secondo me.
no, non è una scusa per non farcela, o per nascondermi, per giustificarmi, è solo un altro modo, molto poco utilizzato, di spiegare quello che sento.
La distanza tra me e il successo è la coscienza di me stessa.
Il ponte che mi divide dall'essere adulta è lungo quanto la mia resistenza al cambiamento, e il mio tentativo è immenso, le mie forze allo stremo, la mia identità in movimento.
" e come un quadro che sta in soffitta, vi parlerò della mia cattiva sorte".
Io viaggio alla velocità del pensiero di una tartaruga, appartengo ad una generazione estinta, mi sento aliena e al tempo stesso padrona del mondo, cammino sulla terra e sento di appartenere ad ogni centimetro del cemento che calpesto, e spesso non si tratta solo di calpestare, ma di abitare i miei passi, in centinaia di modi diversi ogni giorno, ogni volta che scelgo di ascoltare il mio respiro oppure no.
La semplicità è una strada a senso unico, non ho mai saputo percorrerla, anche se sorrido senza esitazione, anche se preferisco un viso pulito, anche se i miei abiti profumano di lavanda.
Nel mondo esterno non esistono spiegazioni, e quel che è dentro a volte non si può spiegare. A noi non resta che viverlo, e sono certa che il mio successo è l'esistenza, quella soddisfazione priva di dubbi, quella luce improvvisa di cui parla Salinas, quel lampo che ogni mattina evita di spegnersi di fronte all'ennesimo tentativo di boicottare ogni cosa.